Il rapporto tra mafia e politica e il rapporto di scambio tra boss e candidati alle elezioni si perfezionano anche se l'aspirante parlamentare non viene eletto. Lo scrive la Cassazione, nella sentenza 5978, che il 19 novembre scorso ha in parte definito e in parte riaperto la posizione di Domenico Miceli, l'ex assessore alla Salute del Comune di Palermo, definito dai supremi giudici «giovane e promettente esponente politico del Cdu», che però «aveva accettato di volgere, nel 2001, il ruolo di trait d'union, di intermediario, tra Guttadauro Giuseppe, esponente di spicco di Cosa nostra, e Cuffaro Salvatore, proprio mentre quest'ultimo era in procinto di essere eletto presidente della Regione».