Ottobre 6, 2024
Castello e Giardini della Zisa

Castello e Giardini della Zisa (Foto d'archivio Pixabay)

Il Castello e i Giardini della Zisa di Palermo rappresentano una delle gemme più preziose del patrimonio storico e culturale della città. Questo complesso monumentale, riconosciuto dall’UNESCO come una delle sette meraviglie del percorso arabo-normanno, testimonia l’antico splendore di Palermo sotto il regno normanno di Guglielmo I. Tuttavia, nonostante il suo valore inestimabile, la Zisa si trova oggi in una condizione di degrado tale da essere quasi completamente ignorata dai turisti, che spesso preferiscono visitare altri luoghi emblematici della città come la Cappella Palatina, il Palazzo Reale, la Cattedrale o i Quattro Canti.

Le ragioni di questo abbandono sono molteplici e ben documentate da La Repubblica. In primo luogo, la mancanza di cura e manutenzione ha trasformato i Giardini della Zisa, un tempo un’oasi verde e rigogliosa, in uno spazio desolato. Le fontane che un tempo costituivano il cuore pulsante del giardino, con i loro giochi d’acqua che rinfrescavano l’aria del castello, sono oggi asciutte e abbandonate. Al loro posto, cumuli di immondizia, erbacce e persino una bicicletta abbandonata testimoniano l’incuria. Il giardino, parte dell’antico parco reale normanno noto come Genoardo, che in arabo significa “paradiso della terra”, è ora un’ombra di se stesso. Quando venne riaperto nel 2005, dopo decenni di abbandono, suscitò stupore e ammirazione tra i palermitani, ma oggi quella meraviglia sembra appartenere a un passato lontano.

La situazione è resa ancora più drammatica dall’assenza di controlli adeguati. Come racconta una guida turistica locale, Daniela Lo Secco, il degrado è tale che molti professionisti del settore evitano di portare i propri clienti alla Zisa, a meno che non venga espressamente richiesto. Lo stato delle strade che conducono al castello, così come il degrado delle aree circostanti, è fonte di imbarazzo non solo per i locali ma anche per chi visita la città. La sporcizia per le strade, l’abbandono di strade, marciapiedi, palazzi, aiuole e giardini, rende l’esperienza turistica un incubo per chiunque desideri esplorare le bellezze di Palermo.

I problemi non si fermano qui. Come evidenziato dall’associazione Mobilitapalermo e riportato da La Repubblica, i giardini della Zisa sono ridotti a una discarica durante il giorno e a un gabinetto all’aperto durante la notte. L’unico addetto presente sul posto, un dipendente della Reset, la partecipata del Comune di Palermo, ha spiegato che il suo ruolo si limita al controllo diurno, mentre la manutenzione e la pulizia dei giardini e delle fontane sono di competenza del settore “verde e giardini” del Comune. Tuttavia, la mancanza di risorse e l’inefficienza gestionale rendono impossibile qualsiasi intervento efficace. Di notte, i giardini diventano terreno di gioco per vandali e gruppi di giovani che approfittano dell’assenza di sorveglianza e delle numerose falle nella recinzione per entrare e devastare ulteriormente il sito.

La situazione è così grave che persino i bagni pubblici non funzionano e un odore nauseabondo accoglie i pochi turisti che, dopo aver visitato il castello, decidono di esplorare i giardini. Solo una coppia di ragazzi, lui palermitano e lei pisana, ha deciso di non tornare indietro, nonostante lo stato di degrado. Federico Orlando, il giovane palermitano, ha espresso la sua delusione per le condizioni della Zisa, un luogo che un tempo rappresentava un orgoglio per i residenti locali, ma che ora suscita solo vergogna.

Oltre alla mancanza di acqua per le fontane, anche l’irrigazione dei giardini è insufficiente, con la maggior parte del prato ridotta a un terreno arido e secco. Gli irrigatori funzionanti sono pochi, poiché molti sono stati rubati durante la notte. Anche se la struttura del giardino è ancora intatta, ripristinare le fontane sarebbe un compito relativamente semplice se non fosse per le pompe danneggiate o rubate che impediscono il ricircolo dell’acqua.

Nonostante il quadro desolante, l’assessore al Verde del Comune di Palermo, Pietro Alongi, ha dichiarato a La Repubblica che dopo Ferragosto si terrà un incontro con i dirigenti di settore per discutere il ripristino delle fontane nei giardini pubblici della città, a partire proprio da quelli della Zisa. Anche se il personale è già al lavoro per ripulire e ripristinare le zone degradate, le difficoltà logistiche e burocratiche restano notevoli. Il Castello della Zisa, infatti, rappresenta uno dei tanti paradossi della gestione del patrimonio culturale italiano: mentre i giardini sono di competenza del Comune, il castello appartiene alla Regione siciliana, creando una sovrapposizione di responsabilità che complica ulteriormente la gestione e la manutenzione del sito.

A rendere ancora più grave la situazione è l’assenza di una guardiania notturna. Come testimonia una residente di via Whitaker, Assuntina Barbagallo, i giovani riescono ad accedere ai giardini passando attraverso buchi nella recinzione, presenti su tutti i lati del parco. La mancanza di un guardiano notturno, insieme all’assenza di telecamere di sorveglianza, rende il sito un bersaglio facile per vandali e malintenzionati. Inoltre, i problemi di gestione si estendono anche alla raccolta dei rifiuti, con cestini stracolmi che rimangono in bella vista per settimane, come denunciato dalla stessa Barbagallo.

In conclusione, il Castello e i Giardini della Zisa rappresentano un patrimonio culturale di inestimabile valore, ma che rischia di essere dimenticato a causa dell’incuria e della cattiva gestione. Se non si interviene con urgenza per ripristinare e valorizzare questo sito unico, Palermo potrebbe perdere uno dei suoi tesori più preziosi, lasciando ai turisti e ai residenti solo un ricordo amaro di ciò che un tempo era un luogo di meraviglia e orgoglio.


Scopri di più da Nino Amadore

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri di più da Nino Amadore

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere