Nino Gaziano, l'avvocato al quale la Squadra Mobile di Agrigento ha notificato un avviso di garanzia per favoreggiamento aggravato nell'ambito dell'operazione antimafia Maginot che ha portato in carcere nella notte dieci persone ritenute fiancheggiatori del boss
Giuseppe Falsone, si è dimesso dalla carica di presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Agrigento. Al suo
posto, nella qualità di consigliere anziano, è stata chiamata 'avvocato Lilla Azzarello che svolgerà l'ordinaria amministrazione.

All'indomani dell'arresto operato dai Magistrati della DDA di Palermo e dai Poliziotti delle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo e' intervenuto il Presidente di Confindustria Agrigento Giiuseppe Catanzaro che ha dichiarato: "Riteniamo doveroso formulare ai Magistrati ed ai   Poliziotti che hanno condotto e sviluppato le indagini  un sentito ulteriore apprezzamento per l'ennesima azione portata avanti a beneficio di tutta la ns. collettività . E' stato  inferto un'altro colpo all'ala economico-mafiosa che raggruppa  imprenditori mafiosi o collusi con politici conniventi . L' operazione della DDA di Palermo di ieri  testimonia che la mafia non e' solo quella " militare" e che al contrario la mafia degli affari e' particolarmente presente nel nostro tessuto economico e sociale.

Dobbiamo prendere atto -continua la nota- che ancora nel 2011 esistono imprenditori o pseudo tali che per fare "affari" non esitano ad allearsi con pericolosi capimafia del rango di Falzone . Sostenere – come da piu' parti non sempre disinteressate si sostiene – che la mafia non gestisce imprese e affari in visione sistemica e strategica, deve fare riflettere tutti coloro i quali vivono con indifferenza e con distacco il grave problema della criminalità mafiosa nel nostro territorio .   Proprio le qualificate affermazioni dei Magistrati Asaro ed Ingroia della DDA di Palermo testimoniano che  la mafia ad Agrigento e' infiltrata – a vario titolo –  all'interno di molte  imprese che con essa convivono che come e' facile dedurre non sono solo quelle oggetto di provvedimenti pubblici dei Giudici competenti.
 

Dobbiamo rilevare che il mercato dell'edilizia e del movimento terra continua a costituire una fonte di approvvigionamento diretto per la mafia che ha aziende e "imprenditori " di riferimento . Dobbiamo porci – continua la nota – con estrema determinazione un problema di grande attualità, ossia cosa bisogna  fare affinché gli investimenti pubblici e privati non continuino ad essere oggetto di estorsioni e di diretti interessi dei mafiosi, i quali "favoriscono" le loro ditte ed indicano la manovalanza mafiosa da assumere come "operai" . Su questo tema è necessario continuare un confronto serio e serrato con le istituzioni a tutti i livelli anche in tema di incremento delle gia' qualificate azioni in tema di prevenzione.  Ci auguriamo –  continua la nota-  che gli imprenditori "coinvolti" nelle opere pubbliche, oggetto di interesse abbiano gia' collaborato con gli investigatori per raccontare i soprusi subiti.  Se questi imprenditori dovessero decidere di collaborare accogliendo il nostro appello e quindi decidere di collaborare con lo Stato, saremo al loro fianco per sostenerli, coscienti come siamo che e' possibile "cambiare" una realtà mafiosa  che mira a soffocare l'imprenditoria normale .  Al contrario se non collaboreranno  scelgono consapevolmente di aiutare direttamente i mafiosi . La societa tutta non puo' delegare Magistrati e Forze di Polizia per curare un grave male che prima di ogni altro fenomeno e' culturale e sociale ed e' proprio per questo che rilanciamo l'appello dei Magistrati della DDA che si sono rivolti a tutti i Cittadini. Non possiamo – infine – tacere di un rilevante  elemento dell'indagine : il coinvolgimento di un Avvocato  Presidente dell'Ordine degli Avvocati . Auspichiamo che  su tale  vicenda sia fatta la dovuta chiarezza al più presto come sul punto abbiamo letto dalla stampa.
 

 


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