Allarme di Sicindustria: la mafia rialza la testa e infiltra l’economia

Luigi Rizzolo

La recente analisi della Commissione regionale Antimafia siciliana, che ha evidenziato un preoccupante rialzo delle attività mafiose nell’isola, richiama l’attenzione su una realtà che non può essere ignorata. Luigi Rizzolo, neo Presidente di Sicindustria, ha rivelato in un’intervista all’Adnkronos la crescente preoccupazione per il fenomeno, sottolineando come la mafia cerchi di infiltrarsi nell’economia legale, minando la concorrenza e l’integrità del settore imprenditoriale.

L’infiltrazione mafiosa nell’economia

Il rapporto della Commissione antimafia mette in luce il tentativo della mafia di integrarsi nei vari settori economici, sfruttando capitali illeciti per competere slealmente sul mercato. Questa tendenza si osserva soprattutto in aree ad alta densità imprenditoriale come Trapani, Catania, Palermo, Ragusa e Siracusa. La diversificazione delle attività mafiose copre settori come l’energia, la gestione dei rifiuti, il turismo e il tempo libero, dimostrando un approccio imprenditoriale sempre più sofisticato e pericoloso.

La risposta di Sicindustria

Fronteggiando questa minaccia, Rizzolo assicura che Sicindustria mantiene alta la guardia, promuovendo la denuncia di qualsiasi tentativo di ingerenza criminale nel settore economico. L’organizzazione si impegna a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per contrastare la complicità con la mafia, enfatizzando l’importanza di un’azione concreta oltre agli annunci.

La situazione attuale secondo la Commissione antimafia

La Commissione, guidata da Antonello Cracolici, ha rivelato un quadro preoccupante. Nonostante una presenza mafiosa meno invasiva, si assiste a una diffusione capillare dell’influenza criminale, seguendo la logica del “pagare meno ma pagare tutti”. La diminuzione della tensione antimafia e un crescente senso di indifferenza rischiano di minare gli sforzi compiuti in passato per contrastare l’influenza mafiosa.

Le audizioni e le osservazioni finali

Attraverso audizioni che hanno coinvolto figure istituzionali e locali, la Commissione ha evidenziato una ridotta capacità di reazione dell’imprenditoria siciliana, con alcuni imprenditori che cercano addirittura la protezione dei clan mafiosi. Un’allarmante diminuzione delle associazioni antiracket in alcune zone accentua questa tendenza, compromettendo gli sforzi di prevenzione e sensibilizzazione.

Conclusioni

Il rapporto della Commissione Antimafia e le dichiarazioni di Rizzolo gettano luce su una situazione critica che richiede un’azione decisa e coordinata. La lotta contro la mafia non è solo un imperativo legale ma anche un dovere civico, essenziale per garantire lo sviluppo economico e la sicurezza sociale in Sicilia. L’impegno di Sicindustria, insieme alle autorità e alla società civile, è fondamentale per invertire questa tendenza preoccupante e riaffermare i principi di legalità e giustizia.


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