“La mafia ha voluto la mia testa per la durezza della mia politica carceraria nei confronti della criminalità organizzata: i documenti in mio possesso dimostrano che la richiesta è stata sostanzialmente accolta con la mia destituzione il 4 giugno del 1993, non so per responsabilità di chi, ma certamente allo scopo di evitare ulteriori stragi”. Nicolò Amato, l’ex capo del Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria (Dap), in un memoriale inviato di recente alla Commissione parlamentare Antimafia, e ora anche nel suo libro I giorni del dolore. La notte della ragione. Stragi di mafia e carcere duro (Armando Editore) ha ricomposto una pagina di storia patria rimasta nell’oblio per più di diciannove anni. Secondo il Professore, Cosa Nostra chiese la sua testa e dalla parte dello Stato qualcuno gliela concesse nel giugno del ’93.